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Channel: Commenti a: I 70 anni del duca di Aosta e la “questione dinastica”
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Di: Ale

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@dora tu si che mi conosci! :-)
@alex direi che concordo praticamente al 100%. era una gran signora, sarebbe stata un’ottima regina ed era molto amata. ma come dire … con poco senso materno e quasi zero senso dinastico.


Di: Fabrizio Frigerio

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A proposito della vexata quaestio del titolo di “Principe di Venezia”, conferito da Umberto II al suo abiatico Emanuele Filiberto, vorrei ricordare una testimonianza che mi è stata raccontata dal prof. Bernard Gagnebin, di cui fui l’assistente all’Università di Ginevra dal 1976 al 1981.
Alla nascita di Emanuele Filiberto nel 1972, Umberto II fece domandare al prof. Bernard Gagnebin (+ 1998), giurista, archivista e storico, per dodici anni decano della Facoltà di Lettere dell’Università di Ginevra, un parere sull’attribuzione al neonato del titolo di “Conte di Ginevra” (titolo che appartiene storicamente alla Casa di Savoia), visto che si trattava del primo membro di questa Casa nato a Ginevra.
Non volendo offendere il re rammentandogli che ancora oggi i Ginevrini festeggiano ogni anno il 12 di dicembre l’”Escalade”, cioè la mancata riconquista di Ginevra da parte del duca di Savoia, e che l’attribuzione di questo titolo al neonato non sarebbe sicuramente stata apprezzata, il prof. Gagnebin si limitò ad osservare che il titolo di “Conte di Ginevra” non era mai stato attribuito ad un primogenito della Casa di Savoia, ma era sempre stato portato da un ultrogenito. In seguito a questro parere (che, se la memoria non mi inganna, valse al prof. Gagnebin la nomina a cavaliere dell’Ordine dei santi Maurizio e Lazzaro) Umberto II diede al neonato il titolo di “Principe di Venezia”.

Fabrizio Frigerio
storico delle dottrine giuridiche e politiche,
già docente incaricato di storia delle idee e di scienza della politica
nell’Istituto Universitario di Studi Europei di Ginevra.

Di: marina

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Ringrazio il professor Frigerio per il commento e la precisazione sui motivi che hanno portato all’attribuzione di questo titolo al figlio di Vittorio Emanuele.

Di: paola (baldanzi)

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già che è intervenuta un’autorità in materia come il professor Frigerio, ne approfitto per fare una domanda: ho letto che il titolo “principe di Venezia” fu una burla da parte del re Umberto II, che non voleva riconoscere il nipote nella linea dinastica, in quanto è un titolo che non esiste in casa Savoia, è vero questo?

Di: marina

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Da quello che dice Frigerio pare sia stata una scelta ponderata

Di: Fabrizio Frigerio

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Vorrei aggiungere che Umberto II lasciò per iscritto in eredità al suo abiatico Emanuele Filiberto il proprio collare dell’Ordine dell’Annunziata, vi è perfino un piccolo filmato su You Tube dei funerali del re all’abazia di Hautecombe che lo ricorda.
Fabrizio Frigerio

Di: Ale

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interessantissima questa testimonianza, non sapevo che il re avesse pensato il titolo di conte di Ginevra per il nipote. un altro tassello da aggiungere al mosaico. in più, un’altra prova che Umberto era ben convinto di non attribuire al nipote e.f. il titolo di principe di Piemonte che gli sarebbe spettato di diritto se fosse nato da un matrimonio dinastico, di conseguenza a me pare palese che lo considerasse fuori dalla successione. altrimenti avrebbe rispettato la tradizione, come ha fatto in altri casi.
voglio comunque ricordare che non c’è alcuna patente di nobiltà o documento simile che afferma il conferimento del titolo di principe di venezia (titolo di tradizione bonapartista e non sabauda) in capo a e.f.
anche io sapevo che il re lasciò in eredità il suo piccolo collare dell’annunziata (bene personale del singolo cavaliere) al nipote, gesto di affetto nei confronti del nipote ma con nessun significato dinastico.
@Fabrizio Frigerio grazie per questa interessantissima testimonianza!!!
@paola molti hanno espresso questo dubbio. alcune persone autorevoli vicino al sovrano hanno dato questa interpretazione. non so se fosse una burla, di sicuro non fu mai concesso ufficialmente (mancano i documenti). ripeto, se e.f. fosse stato considerato dal re nella linea di successione avrebbe avuto il titolo (che gli spetterebbe di diritto se nato da matrimonio dinastico) di principe di Piemonte, in quanto suo padre era principe di napoli. ma così non avvenne…

Di: Dora


Di: Laura

Di: Ale

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certi commenti (diciamo ignoranti) si commentano da soli…
diciamo che non mi entusiasma per niente questa nomina. però come diceva re Umberto l’italia prima di tutto e quindi mi auguro che e.f. riesca nel suo scopo per il bene di pompei.
comunque leggendo il link e i primi commenti dell’articolo direi che i neoborbonici non l’hanno presa molto bene …

Di: Dora

Di: sisige

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Avete letto le ultime da HALLO ????
Il matrimonio tra I principi ereditari di Norvegia, Haakon e Mette-Marit sono stati argomento di possibilità di separazione
Speculazioni e commenti che parlano di una ‘crescente distanza’ tra la coppia sono apparse sui siti di social media come Twitter. Ci sono state persino notizie non confermate che il palazzo reale starebbe per rilasciare il prossimo Venerdi’ una dichiarazione circa il rapporto della coppia.
HELLO! Online ha contattato il palazzo circa queste notizie ed hanno ricevuto il classico ‘’no comments’’; inoltre il portavoce della coppia ha confermato che non ci saranno comunicati stampa di nessun tipo
Voci di separazione sono inziati in Ottobre quanto è stato annunciate che Mette-Marit si sarebbe presa un periodo lontano dagli impegni ufficiale a causa di problemi di salute
All’inizio di Novembre la principessa si è sottoposta ad un intervento chirurgico ad Oslo per problemi al collo ed ha trascorso alcuni giorni nell’ ospedale della capitale per un’ernia del disco . La quarantenne principessa ha dovuto intraprendere un programma di riabilitazione
Come conseguenza, ha dovuto cancellare la visita ad Atlanta, negli Stati Uniti dopo aver rinunciato ad un viaggio in Finlandia ad Ottobre, cosa che ha fatto viaggiare Haakon da solo.
Da allora, la bionda royal non ha più partecipato a nessun impegno ufficiale e ci si aspetta che sia ‘fuori gioco’ fino al dopo Natale
L’ultima volta che è stata vista in pubblico risale al 2 Ottobre quando era accanto al marito ad un pranzo in onore dei reale olandesi Willem-Alexander e Maxima, al palazzo reale di Oslo.

Di: marina

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ennò dai una separazione no, non la posso reggere :(

Di: tody

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Altra notizia da oggi settimanale questo italiano, nei prossimi mesi la salma del Re Vittorio Emanuele III potrebbe essere rimpatriata. Sulla coppia norvegese il freddo dura da una vita, all’estero va pochissimo, in passato non mostrato più di una volta di essere di comportamenti non proprio splendenti chiedere alle hostess della luftansa e di avere grosse pretese, una letizia in salsa norvegese, esiste il divorzio meglio ora di quando sarà regina.

Di: tody

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P.s. amesso e non concesso che la notizia sia vera ed io non lo credo.


Di: Ale

Di: giuseppe

Di: giuseppe

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concordo, perché il Amedeo di Savoia-Aosta, Duca d’Aosta, non ha rivendicato il titolo nell’anno 1983, ma solo nell’anno 2006? forse aveva paura di andare in esilio? Poi ha aspettato che nove membri su 61 della Consulta del Regno, si staccassero e fondassero una nuova associazione per avere legittimità.

Di: giuseppe

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tratto da: http://savoia.blastness.com/intervista.htm

intervista al Prof. Sandro Gherro Ordinario di Diritto Ecclesiastico nell’Università di Padova Avvocato della Curia Romana per nomina della Segreteria di Stato Vaticana. Anno 2006.

A riguardo della possibilità del Duca d’Aosta Amedeo di Savoia-Aosta:

“…In riferimento a quanto sopra, è evidente che le citate antiche Regie Patenti non sono parte dell’ordinamento dello Stato e neppure dell’ordinamento canonico.
Esse sono state, in realtà, implicitamente abrogate con la “rivoluzione” di Carlo Alberto che ha dato vita, promulgando lo Statuto Albertino, alla monarchia costituzionale. Questa, a differenza di quella previa, assoluta, dei suoi avi, trovava garanzia ineludibile del proprio ordine nella legge dinastica di successione che non poteva più trovare limitazioni nella volontà del Re secondo le Regie Leggi Patenti che specificavano il potere di questa volontà.
La prerogativa dell’ “assenso” poteva essere stabilità, nel nuovo sistema a sovranità popolare, dalla legge. E qui allora qualcuno chiama in causa L’art. 69 del CC. del 1865 e l’art. 92 del Codice Civile del 1942 secondo i quali per la validità dei matrimoni dei principi e delle principesse reali era richiesto l’assenso del Re. Tali norme, tuttavia, non comportavano sanzioni per il “tentativo di matrimonio senza assenso” e certo non privavano il Principe ereditario dei suoi diritti di successione. Le medesime erano poi inerenti al ” matrimonio civile”, non certo quello canonico, o a quello canonico con efficacia civile, giacché gli impedimenti a questo possono essere stabiliti solo dal Sommo Pontefice.
Con riferimento, comunque – e torno a quanto sopra – alla normativa dello Stato Repubblicano, è ben noto che le disposizioni dei due citati codici non erano vigenti al momento del matrimonio di Vittorio Emanuele. I diritti correlati al principio della successione per l’ “ordine” erano e sono perciò solo quelli inerenti al rapporto di parentela, con privilegio del più prossimo rispetto agli altri.
(Amedeo d’Aosta, secondo questa normativa non ha neppure un grado di parentela giuridicamente rilevante, stante la lontananza del suo “grado” rispetto a re Umberto. Questa è stata, del resto, anche la pacifica interpretazione di cui si è giovato circa la disposizione sull’esilio. La sanzione della XIII non lo ha toccato, anche se riguardava la categoria dei “discendenti” dei Re d’Italia alla quale appartiene. La sanzione gli è stata risparmiata perché è stata esclusa la sua possibilità di divenire il “Capo della Casa” e così il “pretendente” delle connesse funzioni: cioè la sua stessa appartenenza alla “Casa”, e alla “famiglia”, in senso giuridico-politico intesa, dei Savoia. Né perciò si vede come, se non poteva diventare “Capo della casa” ieri, si possa proclamare tale oggi).
Con riferimento all’ordinamento della Chiesa bisogna ribadire che il matrimonio che dà titolo per la successione al Patronato sull’ordine dei Ss Maurizio e Lazzaro è solo quello religioso.
La considerata individuazione del “Capo della Casa” non può poi non valere, all’evidenza, oltre il riferimento all’ “Ordine” e circa tutto ciò che questa comporta o si vuole che comporti. ”
…..
“Se volesse far valere, ad esempio, i vantati diritti chiedendo l’applicazione delle Regie Patenti circa l’ordine dei “santi Maurizio e Lazzaro”, Amedeo dovrebbe ricorrere ai Tribunali dello Stato e a quelli della Chiesa: e ciò sarebbe più ridicolo che assurdo.
Analogamente dovrebbe fare se volesse sostenere l’invalidità del matrimonio di Vittorio Emanuele così negando la successione di Emanuele Filiberto. Come non ha potuto “sentenziare da sé” la nullità del proprio matrimonio, così non può pretendere di sentenziare l’invalidità di quello di Vittorio Emanuele: anche qui siamo oltre il limite del ridicolo.
Tutte le norme considerate, inoltre, non prevedevano una “forma specifica” per l’assenso, sicché questo poteva essere anche tacito o implicito, preventivo o successivo. In proposito va allora considerato che re Umberto non assunse mai l’applicazione delle “Patenti” al figlio. Anzi si comportò in modo contrario. Fece il suo unico discorso pubblico da Re in esilio tenendosi al fianco Vittorio Emanuele e la moglie Marina. Poi insignì il nipote Emanuele Filiberto del titolo di Principe di Venezia: un titolo che era stato creato per designare l’erede alla Corona Ferrea del Regno Napoleonico che poi fu l’insegna dei Re d’Italia. E’ evidente che Umberto prese atto del matrimonio del figlio escludendo l’applicazione di qualsivoglia sanzione in ambito successorio: o perché considerava abrogate le norme che le prevedevano; o perché ritenne di aver dato il consenso implicito; o perché intese di operare una sorta di “sanatoria” o di “autorizzazione successiva” che dir si voglia. Chi sostiene il contrario imputa a Umberto un comportamento scorretto: e cade ancora in ragionamenti capziosi e all’evidenza contraddittori. “

Di: tody

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La Duchessa aveva messo messo su un attività tipo agriturismo nella tenuta vicino Arezzo, la foto lo vista anche io su foro dinastias sito spagnolo sulle monarchie si vedevano anche i principini, il matrimonio finì malissimo con lei in fuga in francia motivi imprecisati, tale matrimonio ha avuto riflessi negativi basta vedere la simpatia con cui i cugini Orleans guardano agli Aosta che non sono mai invitati. Avevo speratto che Mafalda convolasse con il principe delle Asturie, mi sembrava più adatta lei di Letizia, non per il solo titolo ma a pelle dalle foto come persona, penso però a quanto disse Juan Carlos una volta, l’ultima Savoia è morto nel 1983, intendendo quindi una sua totale opposizione a qualsiasi legame con loro. Persino i Grecia non erano felici per il matrimonio tra Aimone e Olga, fu infatti posposto di due anni dal 2006 al 2008 causa scandali di altri membri della famiglia.
Ricordo in articolo riportato su un forum su una presunta liason fra Emanuele Filiberto e l’attuale principessa ereditaria di Svezia che il Re suo padre o la madre la Regina Silvia avrebbero sbottato mai con un Savoia.

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